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Il comune di Unione Montana Alta Ossola appartiene a: Regione Piemonte (Apre il link in una nuova scheda)

Museo Nazionale delle Acque Minerali Carlo Brazzorotto e Museo Mineralogico Ossolano Roggiani-Bianchi – Crodo

Scheda

Nome Descrizione
Comune Crodo (Apre il link in una nuova scheda)
Indirizzo In Via Bagni 18, nel porticato di ingresso al Parco delle Terme.
Telefono 340.8281590 - 333.1223388 - 335.5284627
EMail info@centroginocchi.it
centroginocchi@pec.it
Web http://www.museonazionaleacqueminerali.it (Apre il link in una nuova scheda)
Informazioni Il museo è aperto stagionalmente oppure su prenotazione.
Il Museo è un’opera avviata nel 1993 dal Centro Studi Piero Ginocchi di Crodo e conclusa nel 2006 con la sua inaugurazione. Espone 5 completi impianti storici di imbottigliamento delle acque minerali, più di 15.000 bottiglie piene ed oltre 80.000 etichette.
Il documento più remoto è un bando del Granduca di Toscana del 1° luglio 1583 sulle acque di Monte Catini di Valdinievole, in Firenze nella stamperia di Giorgio Marescotti.

La sezione mineralogica espone, in vetrine a parete, campioni esteticamente pregevoli e scientificamente significativi delle specie minerali rinvenute nel bacino del Verbano Cusio Ossola.
La validità dei campioni non dipende soltanto dalla grandezza appariscente dei cristalli. I minerali più rari, come la gasparite, la roggianite o unici al mondo come la paraniite hanno dimensioni generalmente piccole. Quest’ultimo esemplare, di estensione millimetrica, proviene dal versante Nord-Est del Monte Cervandone, ed è stato riconosciuto e determinato come nuova specie nel 1995.
Il criterio seguito nell’allestimento delle vetrine è quello delle rappresentatività delle principali e più note zone di ritrovamento: si possono così ammirare i minerali dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, della Valle Formazza, delle cave, quelli della media e bassa Valle Antigorio, della Bassa Ossola, della Valle Vigezzo, della Valle Antrona e di Baveno. Sono esposti alcuni campioni della collezione del prof. Aldo Roggiani, ora di proprietà del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Altri campioni sono stati donati da ricercatori al Centro Studi mentre altri sono di proprietà del Parco Veglia–Devero.

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